Questo post è un connubio estivo tra cucina all’aperto e moda che “va di moda d’estate”: lo stile gipsy, hippy o bhoeme, sinonimo di libertà e voglia di vivere contro tendenza. Sono sempre gli anni ’70 a portare una ventata di libertà nella moda dei mesi estivi continuando, anno dopo anno, a percorrerla come una specie di identità alternativa. E’ personalmente uno stile che amo molto .
Gli hippy degli anni della contestazione setacciarano i negozi dell’usato e i mercatini delle pulci in cerca di abiti smessi che, combinati tra di loro diventarono simbolo di uno squarcio sociale che de-istituzionalizzava ciò che era stato ufficiale fino ad allora. Gonne lunghe e abbinamenti casuali, scarpe basse o piedi nudi, un modo di vestire che imitava l’abbigliamento trasandato degli zingari e lo zingaro è colui che vive indubbiamente da anticonformista.
In una società scandita dalla convinzione dello “status”, l’aspetto esteriore incide pesantemente sulla valutazione di un soggetto che, di fronte ai suoi simili, deve risultare nella sua apparenza perfetto, l’importante è come egli appare per essere considerato un uomo rispettabile, purtroppo troppo spesso quello che è in realtà è secondario.
Sono chiamati gitani o gipsy gli Zingari della Spagna o i Bhoeme in Francia, questo termine emerse qui nel XIX secolo, quando artisti e poeti iniziarono a concentrarsi nei bassifoni del quartiere gitano. Era infatti un’errata credenza popolare che i gitani provenissero dalla Boemia: da qui deriva il termine bohémien (letteralmente, appunto “boemo”), come venivano chiamati quei pittori e scrittori che nella Parigi dell’Ottocento sperimentavano una vita oltre a ogni convenzione sociale.
Per il loro nomadismo gli Zingari, attraversano molti paesi e assimilano usi e costumi dei luoghi dove risiedono temporaneamente, così fecero gli hippy, viaggiarono per conoscere nuovi modi di vivere. Le fughe saranno un fenomeno che li caratterizzerà perchè ciò che affascina è l’idea che la fuga dia la possibilità di sviluppare la libertà personale.
Sono i così detti “capelloni” che condurranno una vita zingaresca in contrapposizione agli schemi imposti. Gli Zingari, per l’appunto, si definiscono popolo rom, in sanscrito rom significa “uomo libero”. Gli hippy prediligeranno i viaggi in India diventando fanatici delle discipline orientali fino a conoscere la cucina macrobiotica.
Per queste associazioni di simboli, come i cappelli lunghi, di stili trasandati, agli hippy fu attribuita da gran parte della società una valenza negativa, in realtà come ricorda Montanelli, nei suoi scritti, i ragazzi della contestazione partirono da sani principi e non dimentichiamoci che in quegli anni, ricorda, furono chiamati “gli angeli del fango” perchè furono loro in prima linea a rimuovere il fango e a prestare i soccorsi dell’alluvione a Firenze nel ’66.
I processi di contestazione, in questo caso intesi come fogge vestimentarie, sono identificati come antimoda. L’antimoda è un fenomeno che è sempre esistito nel corso del tempo. Si caratterizza dall’uso di nuove simbologie, che nascono per discostarsi da quelle ufficiali, ma così facendo si generano altre mode.
È un po’ quello che è successo allo stile hippy, da stile contestatore è diventato offerta di mercato.
In questa giornata di foto ci siamo dedicate alla raccolta della camomilla per gli zuccherini e della lavanda per lo zucchero grezzo aromtizzato.
Il periodo di massimo splendore della pianta è tra maggio e giugno e va raccolta all’inizio della fioritura. Dovrete raccogliere, non solo i capolini di camomilla, ma anche parte dello stelo per poi raccoglierla in mazzettini. Nella fase di essiccazione occorre per prima cosa eliminate ogni eventuale traccia di detriti e polvere scuotendo prima i mazzetti raccolti. Dopo averle selezionate, scegliete le migliori e stendetele su un tavolo di legno in un luogo asciutto e arieggiato. La camomilla si considera essiccata solo quando i capolini avranno assunto una consistenza dura e friabile.
Dopo un periodo in cui il boom economico ha spinto un’ intera generazione a consumare prodotti confezionati, oggi si cerca di ritornare alle origini, ecco che in opposizione ai prodotti trattati industrialmente, oggi si cerca il più possibile di fare le cose da sè. Ciò non è solo un bisogno ma ormai assomiglia anche ad uno stato perenne di tensione, di ricerca di tutto quello che la terra ha reso “naturalmente” commestibile.
Abbiamo lavorato in giardino per conservare un pò di natura in vasetto.
Anche il sale profumato è una bella idea da conservare sotto vetro. Quest’inverno avremo sale per condire le nostre pietanze ai profumi delle piante aromatiche: timo e maggiorana. Io personalmente utilizzo solo sale integrale grosso e non trito le erbe, lascio le foglie integre e al momento dell’uso metto tutto nel macina sale.
La frutta sotto spirito è un ottimo metodo per mettere al salvo i prodotti dell’
Le ricette che vi propongo sono state tutte preparate all’aperto e le portate sono state servite durante una cena in giardino. Ho cercato di cucinare un piccolo viaggio senza confini tra il gusto di ispirazione un pò esotica, il tempo che volevo si fermasse, e uno stile un pò bohémien nell’allestimento della tavola, un gusto gipsy che oggi si rispolvera, con fantasia e volontà, per ricercare valori estetici e sentimenti che sembrano sfuggire a ogni regola.
Pon pon di carta e di tulle, candeline, vasetti con fette di limone e rosmarino in acqua per le zanzare e un apparecchiatura informale della tavola con le portate servite tutte insieme per rendere la convivialità più piacevole.
Ceramiche colorate, ciotole e vasetti di latta per pochi fiori raccolti velocemente in giardino.
La crema di avocado è davvero semplicissima e sopratutto non occorrono i fornelli se non per fare un buon brodo di verdure che potrete preparare anche il giorno prima al fresco della sera. Sarà sufficiente un frullatore, avocado maturissmi, yogurt, lime, mele e il più buon brodo di verdure che abbiate mai fatto. Tutto qui il trucco: un brodo che deve sprigionare un profumo concentrato di verdure di stagione. Ho servito la crema di avocato con seppioline al vino e germogli colorati.
I gamberi al cocco richiedono due fondamentali ingredienti: una serata estiva e un giardino. Otterai i miglior risultati se non avrai paura di esagerare con la curcuma. Piatto unico da servire con del riso Basmati e lime.
I Samosa sono dei croccanti triangoli di pasta filo farciti di verdure, è un tradizionale antipasto originario della cucina indiana i cui confini si sono rapidamente diffusi fino ad arrivare nelle zone del Mediterraneo, ne esistono numerose varianti questa è quella che elaborai dopo un viaggio in India dove mangiai per un mese solo di questi, riso bianco e banane.
In questa versione sono farciti di peperoni, taccole, rucola, zenzero e formaggio morbido e li ho serviti con una salsa allo yogurt.
In un mondo che scommette con l’immediatezza, dove a pranzo la parola d’ordine è nutrirsi in fretta, dove si istiga all’acquisto del precotto per non sporcare la cucina, o peggio ancora si stimola a inghiottire senza pensarci, dove le grandi catene alimentari hanno invaso le città, la paradossale esistenza di piccoli negozi che ti propongono con orgoglio frutta esotica e verdure come delizie, vale come forma di resistenza. Ed è qui che ho trovato mango, lime, avocado, bananiti e piccoli peperoncini dolci gialli, arancioni e rossi, è qui che vado a fare la spesa, io non li abbandono anche se so che questi prodotti non possono essere prodotti in Italia perchè il Bottegaio si impegna per avere il meglio sul proprio bancone qualunque sia il prodotto.
Quasi un cheese cake il dolce che ho scelto per la cena; se vi piace il gusto agro, questa profumatissima torta di lime e cocco sarà un sicuro successo.
Occorre un pò di impegno perchè la base di frolla alle mandorle e la crema al lime è bene farla il giorno prima, ma ne varrà la pena.
E per finire la cena in allegreia, un sorbetto a base di frutta ma rigorosamente alcolico. Per 8 persone ho frullato 3 manghi, 12 bananiti, 2 pesche, il succo di un lime, vodka a piacere e una spruzzata di limoncello. L’ho versato subito nei bicchieri e riposti direttamente nel congelatore poi li ho tolti mezz’ora prima di servirlo.
Il tempo, da sera a mattina, vanta una disponibilità assoluta, io la chiamo gestione dell’uso del tempo quotidiano, che presuppone una organizzazione attenta e idealmente invisibile. Prendersi il proprio tempo in un luogo che ci è proprio, per preparare il cibo delle portate, darà alla cena che serviremo un tocco in più: un momento di quiete. Gli spazi della propria casa, che sia un giardino o un cucinotto, sono luoghi nel senso compiuto del termine, al loro interno il tempo e l’impegno che ci si mette a cucinare ha più valore.
Cucinare in casa è come sopravvivere, in scala ridotta, all’assato della globalizzazione alimentare, perchè la cucina casalinga è fragile in quanto minacciata dal consumismo e al tempo stesso è tenace perchè ogni famiglia ha la propria storia in cucina, fatta di ricette che si tramandano da nonna o zia, a mamma e a figlia.
Riunire parenti o amici per far si che possano assaporare con gioia le portate e le bevande è per me un piacere. Una serata è ben riuscita se non ci si limita a consumare il cibo, ma si scelgono gli ingredienti, si coinvolge gli invitati nella scelta dei vini giusti, e occorre un piccolo sforzo per presentare le portate e per apparecchiare la tavola, ciò aggiungerà piacere all’atto del mangiare. Non c’è occasione migliore per sperimentare nuove ricette.
Il mercato dell’abbigliamento ci propone questo stile a mio parere in modo molto più femminile, è uno stile in cui confluiscono vari elementi della cultura gipsy, boheme ed hippy. Per me la moda interpreta non soltanto i desideri di oggi ma anche i sogni di ieri, quei sogni che forse non si sono ancora realizzati. Il mutare dei tempi libera gli stili dalla loro storicità conferendogli una nuovo significato. Lo stile hippy, per esempio, riproposto adesso, si sveste del suo messaggio originale di contestazione perchè la nuova realtà non lo richiede, diventa piuttosto il simbolo di un ideale rivoluzionario che, a mio parere, una società apatica come quella contemporanea dovrebbe riconsiderare in chiave attuale. Gli stili odierni, dunque, si costruiscono come una sorta di mosaico di vecchio e nuovo, definendo così le linee di quella moda chiamata retrò.
Vellutata di avocado con seppioline al vino.
Per 8 persone
Per la vellutata:
4 avocado maturi
2 mele
250 gr di yogurt greco
Succo di un lime
Mezzo lt di brodo vegetale
Germogli per decorare
Per le seppie:
25 seppioline (ca.)
15 pomodorini dolci (ca.)
2 spicchi di aglio
mezzo lt di vino bianco molto profumato
Sbuccia e taglia a pezzi l’avocado e le mele, aggiungi il succo di un lime, il brodo tiepido e lo yogurt.
Frulla a crema molto fine, salare a piacere. Poni in frigorifero fini al momento d servire.
Soffriggi in due cucchiai di olio extravergine gli spicchi d’aglio lasciati interi e schiacciati, aggingere i pomodorini e le seppie, salare a piacere. Quando i pomodorini iniziano ad appassire e il fondo di cottura si è ristretto aggiungere il vino e terminare la cottura.
Servire in ciotole la crema di avocado fredda e le seppioline calde, il suo sughetto saporito e i germogli.
Samosa di verdure con salsa allo yogurt
Per circa 20 samosa
1 cf di pasta filo
600 gr di taccole
un mazzetto di rucola
un grosso cipollotto
4 peperoncini di vari colori ( in sostituzione un peperone giallo)
una mezza radice di zenzero grattugiata (o quantità a piacere)
200 gr di formaggio morbido tipo robiola
200 gr di yogurt greco
un lime spremuto
Tagliare le verdure a piccoli quadretti e sminuzzare la rucola.
Lessare al dente le taccole in abbondante acqua salata. In una casseruola soffriggere il cippolotto, aggiungere i peperoni e terminre la cottura. Aggiungere le taccole lessate e saltare, salare a piacere e mescolare uniformemente le verdure. Quando le verdure saranno fredde aggiungere la robiola e amalgamare.
Tagliare dei quadrati di pasta filo, farcire e chiudere a triangolo. Spennellare la superficie di olio e cuocere per 10 minuti nel forno a 180 gradi.
Preparare la salsa amalgamando con la frusta e con forza, lo yogurt, l’olio extravergine, il succo di lime, sale e pepe. Una volta riposta in una salsiera aggiungere in superficie foglie di menta tagliate grossolanamente.
Gamberi al cocco
Per 8 persone:
30 gamberi
mezzo porro
4 peperoncini Capsicum
2 spicchi di aglio
curcuma a piacere
mezzo lt di latte di cocco
3 cucchiai di cocco disidratato
mezzo lime spremuto.
Soffriggere gli spicchi d’aglio schiacciati e il porro finemente sminuzzato in un pò di olio di oliva extravergine, aggiungere i peperoncini tagliati a striscie, mantecare fino a che non sarà tutto bene amalgamato. Aggiungere i gamberi puliti e saltarli a fiamma viva per abbrustolirli in superficie. Aggiungere il latte e la farina di cocco, la curcuma e il sale, terminare la cottura dei gamberi. A fiamma spenta aggiungere il lime spremuto.
Servire con riso basmati lessato e spicchi di lime.
Torta alla crema di lime.
Per la pasta frolla:
200 gr di farina tipo 1
un uovo
30 gr di farina di mandorle
120 gr di burro
70 gr di zucchero
scorza di un lime
Per la crema al lime:
3 uova
170 gr di zucchero
un cucchiaio di fecola
120 gr di succo di lime
200 gr di burro
50 gr di mascarpone
Per la farcitura di cocco:
80 gr di panna montata
30 gr di zucchero a velo
30 gr di farina di cocco disidratato
un spruzzata di rum
Per prima cosa prepara la pasta frolla impastando tutti gli ingredienti. Prima di tirarla per rivestire un stampo da torta, lasciarla riposare in frigorifero per almeno 40 miuti.
Forare con una forchetta la base della torta e rivestirla con un disco di carta da forno e disponi sopra essa dei lugumi secchi. Cuocere la torta in forno a 170 gradi fino a chè non sarà di un bel colore biondo.
Prepara ora la crema di lime. Monta l’uovo con lo zucchero, aggiungi il succo di lime, la scorza di un lime e amalgama al composto anche la fecola eliminando in questa operazione tutti i grumi. Ora poni sul fuoco e mescolando di continuo portare la crema a 60 gradi. La crema non deve bollire e non risulterà bollente, diventerà di un colore giallo e leggermente trasparente. Lasciare raffreddare e montando con le fruste aggiungere il burro morbido e il mascarpone. Riporre in frigorifero.
Queste due lavorazione dovranno essere preparate il giorno prima.
Per preparare il composto al cocco sarà sufficiente amalgamare alla panna montata non dolce, lo zucchero a velo, la farina di cocco e il rum.
Comporre la torta spalmando alla base della torta la panna al cocco e sopra la crema di lime.
Decorare a piacere.
Emporio 51 (abbigliamento e accesori), Imola ha selezionata per me : abito bianco di cotone e pizzo GUESS; camicetta floreale MARELLA con jeans scampanati MELTIN POT; abito a fiorellini MAX MARA; pantalone blu con margherite PENNY BLACK con camicetta color panna PLEASE; abito nero MAX MARA, scarpe blu HOGAN
Appuntamento con il Decoro, Dozza: allestimenti, pon pon di tulle e di carta, borse all’uncinetto e coroncine floreali.
Le foto in cui mi vedete presente sono state coraggiosamente scattate da Vanessa Vivoli mentre le foto sul cibo sono le mie, al solito non è stato escluso l’autoscatto e il fotografo occasionale, in questo caso i dieci anni di Sofia.