E’ con la scusa di un pic-nic nel mio giardino che ho pensato di farvi conoscere il lavoro di una designer di tessuti che non si arrenderà mai davanti alle regole che l’Italia impone a certi mestieri. Quanto può essere difficile per una straniera abituata a realtà lavorative più aperte vivere nel nostro paese con il sogno di avere un vero atelier di tessuti stampati?

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Conosco Monika ormai da vari anni, una mattina abbiamo fatto una lunga chiacchierata mentre le spiegavo come fare lo sciroppo di violette, sono stata nel suo laboratorio dove abbiamo concordato i colori e gli sviluppi dei disegni per questo post e con grande passione per ciò che fa, mi ha fatto vedere come nasce la sua produzione. Ho visto nascere il suo piccolo laboratorio Monikappa, nato un anno dopo il mio, e abbiamo condiviso alcune esperienze presso esclusivi mercati di artigianato e ci siamo costantemente confrontate. Ecco cosa ci accomuna: la voglia di avere un nostro lavoro che ci dia la possibilità di fare ciò che sappiamo fare, ciò per cui abbiamo studiato.
Lo sciroppo alle violette è un dolcificante prezioso da tenere in dispensa per fare bibite, cockail a base di frutta e drink alcolici a base di bollicine. Per il nostro pic-nic l’abbiamo usato per profumare insieme a frutta fresca semplicemente acqua gassata ghiacciata.

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Monika è di origini polacca ma è nata a Stoccolma in Svezia, a 5 anni la sua famiglia si trasferisce in Canada. E’ cresciuta e vissuta a Toronto fino a 17 anni per poi tornare a Stoccolma dove ha preso la maturità in una scuola internazionale in lingua inglese. Nel 1991 sceglie l’Italia, Firenze, per freguentare l’ Accademia Italiana di Moda e Design specializzandosi in Disegno per tessuti con stampa serigrafica. Ha vissuto e lavorato a Firenze per 12 anni poi si trasferisce a Bologna dove ha lavorato alla Jato group di San Lazzaro come disegnatrice di ricami per alta moda viaggiando regolarmente in India per seguire gli sviluppi dei campioni di ricamo.

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Prima di tutto però Monika è una mamma che segue costantemente i figli e una mia vicina di casa, ci incontriamo a fare la spesa e facciamo lunghe chiacchierate se non si fa tirare via dal suo cane. Monika non si  capacità di come il nostro paese non riesca ad aprirsi a nuove strategie per far lavorare i giovani, come non riesca a dare la possibilità a nuovi mestieri di svilupparsi.

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Godetevi le foto del  nostro pic-nic, prendete spunti e parliamo di cibo adatto all’occasione.
Il pic-nic è un pasto all’aperto e composto da pochi e semplici cibi sottratti direttamente alla cucina, niente a che vedere con il pranzo detto “da asporto”. Bisognerà valutare vivande che siano buone fredde e non complicate da mangiare preferibilmente senza forchetta, in fondo si tratta di un momento eseguito al di fuori dei riti imposti dal pranzo. Bisognerà poi segliere i contenitori adatti a far si che il cibo si alteri il meno possibile, sarà fondamentale fare in modo che la distribuzione delle pietanze ai nostri invitati sia agevole e pratica. Io ho utilizato carta oleata per alimenti per impacchettare le singole porzioni, si unge solo dalla parte che è a contatto con il contenuto.

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La crema di cavolo rosso potrete farla la sera e riporla in frigorifero confezionata dentro a dei vasetti da marmellata, sarà un comodo contenitore per il trasporto. Potrete sostituire il cavolo con una qualsiasi altra verdura.

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I Ravioli al formaggio di capra possono essere fritti se da casa si passa in breve tempo al giardino, diversamente potrete cuocerli nel forno. All’interno il ripieno puo variare, io ho messo un quarto di ricotta e tre quarti di formaggio caprino con erba cipollina e maggiorana, il ravanello non farà in tempo a cuocersi e darà un pò di croccantezza e al contenuto del raviolo.

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I Panini farciti  come cocotte potrebbero essere una comoda alternativa al semplice panino. Ho svuotato il panino togliendo la mollica e l’ho riempito di pomodorini, basilico, uovo sbattuto, un filo di panna e una spolverata di parmigiano. Una passata al forno renderà stabile la farcia.

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Ed ora il dolce che certo non puó mancare per un pranzo in giardino, se questo si prolunga nel pomeriggio, in questo caso occorerà pensare anche a una merenda.

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Per merenda ho pensato a delle tortine di farina integrale e farina di cocco amalgamate da un solo uovo e latte di mandorla, pochissimo zucchero di canna e olio di semi. Faranno felici i bambini e se ne rimarranno saranno ottime per la colazione.

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Ho scelto di proporre la torta Charlotte perchè è composta da uno strato di leggera bavarese sottostante a  molta frutta fresca che potrà essere mangiata anche con le mani, i savoiardi che compongono la corona  del dolce (se non ammoibiditi dalla bagna come in questo caso) possono fungere da cucchiaio. Insomma un vero momento godereccio e privo di etichetta. Un dolce semplice che riuscirà benissimo se i prodotti saranno di primissima qualità ad iniziare dal biscotto savoiardo. Io ho utilizzato gli originali di Castel San Pietro.

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La tovaglia su cui abbiamo mangiato sdraiate sull’erba è stata creata apposta per l’occasione quindi realizzata con un cotone sostenuto per far si che fungesse anche da coperta. Anche il grembiule che ho indossato per cucinare è stato disegnato, stampato e confezionato su mia specifica richiesta.
La produzione dei tessuti stampati firmati Monikappa parte dalla progettazione del disegno con successivo sviluppo del telaio, stampa serigrafica e confezionamento: strofinacci, tovaglie, cuscini e pupazzi imbottiti per bambino.
Ho realizzato il cesto-contenitore con coperchio, che diventa anche vassoio, con i suoi tessuti di scarto perchè presentano errori di stampa. Ho poi trattato tutto il cesto con una resina che ha reso il tessuto impermeabile e lavabile.

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Un pranzo del genere per me non ha solo una funzione alimentare ma anche sociale e ludica, per cui via libera alle coperte e ai cuscini per stare sull’erba  il più comodi possibili perché  è essenziale il piacere del contatto con la natura,  è un pasto in allegria e in clima rilassato. Una delle immagini immortalata dall’arte pittorica fin dal XVIII sec, quando l’idea del  pic-nic diventa di moda in Francia, è proprio quella di un pranzo all’aperto, bucolico, spensierato e romantico. Gli impressionisti rappresentarono fedelmente questo momento, basti pensare al dipinto Colazione sull’erba di Monet.

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La Charlotte è un dolce che presenta tantissime varianti, si tratta di una semplice corona di savoiardi che può contenere al suo interno una farcitura di crema, budino, crema chantilly o bavarese ed è guarnita con frutta fresca e a piacere panna montata.
L’origine di questa torta risale alla fine del Settecento e sembrerebbe essere nel budino di pane, cotto al forno e farcito di mele. Un pasticcere francese che lavorava presso la corte inglese inventò questo dolce ispirandosi all’amore della regina d’Inghilterra Charlotte, moglie di Giorgio III, per gli alberi di mele.

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Un pomeriggio costruttivo per me e Monika tra cibo e considerazioni.
In Italia il lavoro del creativo non è considerato un lavoro, è piuttosto un hobby. Questa parola spesso è assocciata alla casalinga annoiata che si svaga coltivando la sua passione. E’ un termine che si afferma negli anni ’60 e stava ad indicare la possibilità, grazie al nuovo benessere di impegnarsi in attività non remunerative solo per il piacere di seguire le proprie inclinazioni. Gli elettrodomestici in particolare avevano contribuito a modificare gli stili di vita della famiglia italiana e delle donne in particolare, lasciando loro molto più tempo libero da dedicare alla cura dei figli ma anche alla cura personale e agli hobby quali il cucito, la pittura, la lettura o il giardinaggio. Nascono in questo periodo i primi volumi per il ” fai da te”. La casalinga si ritaglia un suo spazio impossessandosi di una stanza della casa per sistemare l’attrezzatura del suo passatempo, mentre il marito trova la sua lobby nel garage dove cataloga e archivia viti e bulloni, scatolini con abbobbi natalizi e oggetti in disuso. Tutti i  babbi della mia generazione hanno la fissazione del garage da tenere in ordine.

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Oggi la situazione è capovolta, se una donna è a casa da lavorare non cerca lo svago solo per combattere la noia ma cerca un modo per contribuire all’economia della famiglia, cerca una rinnovata voglia di vivere  che si manifesta attraverso le attività manuali. Purtroppo in Italia, chi ha doti rare, che ha spiccata manualità, senso estetico e creatività da vendere, chi in passato, ha studiato per sviluppare al meglio il proprio talento, resterà sempre una hobbista e non un professionista con un mestiere vero, non perchè non vuole assumersi le proprie resposabilità, rischiare fa parte del lavoro creativo, ma perchè in Italia non te lo puoi permettere: questo è il punto. Puoi scegliere di essere artigiano ed essere tassato ad un livello non proporzionale a quello che può essere una potenziale produzione perchè facendo tutto da se, a mano, neppure il tempo sarebbe sufficiente per riuscire a fare tutto.

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Al di là di tutte queste considerazioni, che sono semplicemente una mia personale visione dell’attuale situazione lavorativa in proposito, credo che una persona creativa sia motivata ad agire dal desiderio interiore, non pensa ad una ricompensa e raramente si interessa al riconoscimento, asseconda la propria mente e struttura la giornata di conseguenza, una mente creativa non si ferma mai e scommette continuamente con la propria fantasia. I mariti devono rassegnarsi, le donne creative avranno in casa la loro “stanza delle meraviglie” dove si crea per contribuire all’economia domestica, dove la fantasia non ha limiti e dove sa di non essere una casalinga annoiata.

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Sciroppo alla violetta

40 fiori di violetta privati del gambo
150 ml di acqua naturale
250 gr di zucchero di canna fine

Portare a bollore l’acqua in una casseruola, aggiungere le violette e mescolarle per qualche minuto. Spegnere il fornello, chiudere con un coperchio la pentola e lasciare in infusione per 24 ore. Filtrare il liquido e aggiungere lo zucchero, rimerlo sul fuoco e fino a che lo zucchero non si è sciolto completamente. Tornare a coprire e lasciare a riposo per 3 giorni, ogni tanto mescolare.
A questo punto rimettere il liquido sul fornello a fiamma bassa e portarlo alla consistenza di uno sciroppo. Ancora caldo versarlo in una bottiglia con tappo gommato.

Crema fredda di cavolo cappuccio

Per 6 porzioni da vasetto:
600 gr di cavolo
250 gr di patate 
mezzo porro
1 lt di brodo di verdura
Una noce grande di burro

Soffriggere il porro con il  burro, aggiungere le patate e il cavolo continuando a mescolare per rosolare bene anche queste verdure, aggiungere un pò di olio durante la cottura. Quando le verdure saranno belle d’orate aggiungere il brodo a coprire, lasciare sobbolirre fino a che il liquido non si è assorbito e le verdure cotte bene, se occorre aiutarsi con dell’aaqua per terminare la cottura. Frullare a crema e riporre in frigorifero già nei vasetti.

Ravioli fritti al formaggio caprino, erba cipollina e ravanelli

Per la pasta:
200 gr di farina
2 uova
sale
Per il ripieno
70 gr di ricotta di pecora
130 gr di formaggio caprino
un mazzetto di ravanelli
un manciata di maggiorana
un mazzetto di erba cipollina
olio per friggere
2 spicchi di aglio con la buccia.

Impastare la farina con le uova e un pizzico di sale, lasciare riposare per 20 minuti ben coperta.
Mescolare in una ciotola la ricotta e il formaggio di capra con l’erba cipollina e la maggiorana, salare se è necessario.
Tirare la pasta sottile e ritagliare le quadrati di 4 cm, riporre al centro il ripieno e sopra ad esso qualche rondella di ravanello. Chiudere a triangolo aiutandosi con la forchetta. Scaldare l’olio di semi con due spicchi di aglio e friggere quando l’olio sarà ben caldo.

Panini come cocotte

Per circa 15 panini:
500 gr di farina ai cereali
25 gr di lievito madre essicato o lievito naturale
un cucchiaio di olio
250 gr di acqua tiepida
Per la farcia:
Pomodorini maturi 

50 ml di panna fresca
20 foglie di basilico
3 uova sbattute
2 cucchiai di parmiggiano grattugiato
sale, pepe e olio

Preparare l’impasto per i panini iniziando col far sciogliere il lievito in un bicchiere di acqua tiepida. Impastare la farina unendo il lievito sciolto e gradualmente la restante acqua, in ultimo aggiungere l’olio. Creare una palla e riporla sotto un canovaccio a riposare per un oretta. Formare poi delle palline e lasciare lievitare per mezz’ora abbondante. Cuocere in forno a 180 gradi.
Lasciare raffreddare i panini e tagliarne la parte alta, svuotare togliendo la mollica. All’interno dello spazio ricavato riporre un pomodorino tagliato a metà e  il basilico, riempire con l’uovo leggermente sbattuto e un filo di panna. Salare, spolverare con il parmiggiano e bagnare con un filo di olio. Infornare a 180 per 5/8 minnuti.

Ciambelline integrali, latte di mandorle e ribes candito

100 gr di farina integrale
40 gr di farina di cocco
1 uovo grosso
60 gr di burro
130 gr di zucchero di canna
70 gr di latte di mandorla
un cucchiaino di lievito per dolci
80 gr ca. di ribes candito o essicato

Montare lo zucchero con il burro morbido e l’uovo, aggiungere le farine e il latte di mandorle. Continuare ad amalgamare ingoblando lentamente anche il lievito. Passare il ribes nella farina e con una spatola mescolarlo all’impasto.
Riporre nei pirottini (8/10 pz) e cuocere in forno caldo a 180 gradi per 10 minuti.

Torta Charlotte alle fragole

Una cf con ca. 30 biscotti Savoiardi
250 gr di mascarpone
600 gr di fragole
4 fogli di gelatina
200 gr di panna montata
30 gr di zucchero
Fragoline caramellate (a piacere)

Tagliare i Savoiardi ad altezza del vostro stampo e rivestirne le pareti, con gli scarti dei biscotti ricoprire il fondo.
Frullare 400 gr di fragole a salsa, riporre meno della metà di questo frullato in un pentolino e scaldarlo leggermente. Aggiungere i fogli di gelatina precedentemente ammolati nell’acqua e scioglierli bene mescolando. Lascia raffreddare e aggiungi anche l’altro frlullato lasciato da parte.
Montare il mascarpone con lo zucchero, aggiungere con una frusta manuale la panna montata e amalgamarla delicatamente al mascarpone. A questo punto inglobare anche il frullato di fragole. La quantità dello zucchero messo insieme  al mascarpone potrà variare a piacere e a seconda della dolcezza delle fragole.
Versare la crema dentro alla corona di savoiardi, aggiungere in superficie qualche fragola caramellata e riporre in frigorifero per almeno 4 ore. Quando il composto si sarà rassodato aggiungere le rimanenti fragole fresche semplicemente tagliate.

Tessuti:

Dozza, 30 Maggio 2016