Ho iniziato a scrivere questo post all’inizio di Gennaio, periodo che porta ad avere più voglia di casa, quando gli addobbi di Natale tornano nelle loro scatole in cima all’armadio. Ho preso in considerazione alcuni aspetti del prendersi cura, di sè ma anche degli altri: prendersi cura significa amare, prendersi cura di se stessi amarsi, sono aspetti importanti legati alla nostra capacità di amare.
Ho associato le mie considerazioni ai paesaggi innevati intorno a casa e al calore confortante dell’ambiente casalingo con ricette semplici e delicate. Le foto “innevate” sono tutte state scattate a Dozza in questi ultimi otto anni.
Le nevicate qui da noi sono molto rare tanto da riempire di gioia la maggior parte delle persone. La neve attutisce tutti rumori, i suoni sono attutiti, il passo delle azioni quotidiane è più lento, come se il mondo volesse trattenere il respiro. E’ impossibile non sentirsi pervasi da una strana pace, per questo ho scelto la neve, perchè la magia “dello star bene” per essere efficace richiede tranquillità.

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C’è una frase di una canzone famosa di Battiato che a me piace molto: “ Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.. “. Parla di protezione, cosa vuol dire proteggere? Etimologicamente rimanda al senso del coprire, coprire perché nulla faccia male. Ognuno di noi dovrebbe avere qualcuno che ci protegge e che ci aiuta, nessun umano regge a lungo il confronto con la solitudine,  tutti prima o poi desiderano e amano avere una vita di coppia.
Le nostre case dovrebbero essere luoghi di protezione, luoghi in cui si pratica anche l’arte della cura. Non campane di vetro in cui ripararci ma luoghi in cui la presenza degli altri rende più forti, più capaci di reggere l’urto, o eventuali turbamenti, il possibile disagio che comunque, inevitabilmente “.. incontrerai per la tua via” per dirla alla Battiato.
Viversi la famiglia in casa in modalità semplice e con un pò di fantasia renderà tutto più fattibile.

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Nella possibilità di farlo, non c’è niente di più casalingo che cucinare di mattino presto, mi piace preparare le zuppe per l’atmosfera di intimità che crea qualcosa che sobbolle e profuma mentre al piano di sopra la mia giornata di lavoro trascorre, la sera a tavola quella zuppa sarà calore e serenità in una ciotola.
Questa che vi propongo è principalmente una crema di cavolfiore, ho usato solo le rosette di questa verdura, alle quali ho aggiunto un pò di porro, una mela e la scorza di limone. Sarà buonissima gustata con dei semplici crostini abbrustoliti nel burro ma potrete servirla anche con delle sfogline al parmigiano.

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Le sfogline che vi mostro nelle foto successive sono una ricetta tipica della Francia, sono la versione salata delle chouquettes. Le chouquettes cosparse di zucchero sono parenti con i bignè di pasta choux, in quelle salate si aggiunge all’impasto il parmigiano ma andrà benissimo anche il pecorino o altro formaggio a pasta dura. Mi piace insaporirli e decorarli in superficie in modo diverso: curcuma, semi di papavero, origano o semi di sesamo, andrà bene anche il curry, i semi di finocchio o lo stesso formaggio utilizzato per l’impasto. Sarà carino disporle a parte e lasciare che ognuno scelga quale far tuffare nella propria crema di cavolfiore.
Sono ottime da servire anche da sole per un aperitivo informale, sono come le ciliegie e se precedono una cena completa delle tre portate, fate attenzione al quantitativo che mettete in tavola.

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Cuocere una torta, prepara il pane, cucinare è per me un’attività terapeutica e molto piacevole sia per chi cucina che per chi assaggia. Io mi auguro di avere sempre la possibilità di cucinare per qualcuno perché ciò significa prendersi cura di qualcun’altro.
Il mio consiglio è di diffidare di chi non ha interesse per il cibo!
Mi piace cucinare e osservare la baraonda che regna  sul piano di lavoro, pentole, ciotole, cucchiai e forchette, barattolini di spezie, buccie di patata e ampolle di olio, proprio come il rifugio di una strega. Scenario che mi sono trovata davanti dopo aver preparato i gnocchi, ci mancava solo il gatto nero. Ma poi in un batter baleno tutto torna al suo posto e resta da godersi la cena finchè non giunge alla fine quando sul tavolo i piatti del dolce, i bicchieri e le bottiglie vuote sono disposte in una allegra confusione.

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I gnocchi che vi consiglio di fare sono di patate e cavolo nero, molto semplici e delicati, sono conditi con una fonduta di formaggio mrobido tipo squacquerone e Parmigiano, se vorrete farli più saporiti potrete utilizzare un pecorino. Sono perfetti  per precedere un secondo importante e sostanzioso.

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L’anno scorso è nevicato solo due giorni ma in poche ore ci siamo trovati a vivere come nel medioevo, senza corrente e riscaldamento.
La neve è caduta fitta con fiocchi enormi che sembravano fiori di mandorlo, in poco tempo tutto si è ricoperto di pasta di zucchero spessa e bianca. Osservare il nostro giardino dall’alto era come godersi un piccolo angolo di paradiso, i cespugli delle ortensie erano protetti come da una coperta di bambagia e il giuggiolo, con tutti i suoi rametti, sembrava di cristallo.

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Io e mia figlia siamo state in casa almeno 10 giorni per colpa del ghiaccio. Quando ci sentivamo temerarie uscivamo a piedi  per fare un pò di spesa alla bottega del paese.
In queste occasioni, se non siamo troppo abituati, stare in casa tutto il giorno ci mette a dura prova. In questi casi avere l’ambiente in ordine per me è fondamentale, eccessivo disordine esterno può causare disordine mentale e stare in casa diventa caotico, personalmente mi crea insofferenza.

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Ho una mia teoria sulle pulizie casalinghe: saper tenere in ordine l’ambiente in cui si vive o si lavora denota equilibrio interiore e chiarezza mentale. L’ordine, ad esempio della casa, secondo me diventa per analogia un ordine anche “psicologico”, un senso di “pulizia interiore”. Quando ci si prende cura della propria casa, si pulisce, si butta via la spazzatura, si lava il pavimento, lo si fa per rendere la casa più bella e confortevole. Pulire, risistemare le cose, spostare i mobili, sono azioni che mi offrono l’idea di “rettitudine”. Prendersi cura di sé è come prendersi cura della propria casa interiore.

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Quest’anno invece l’inverno ci ha regalato giornate particolarmente miti.  La domenica, quando il sole era alto con una coperta e un maglione, abbiamo potuto passare qualche attimo sul terrazzo per gustarci un punch caldo al mandarino a cui aggiungevo un pò di zenzero fresco. Godere di ciò che ci circonda, è come esprimere gratitudine per ciò che si ha. C’è sempre qualcosa di cui essere grati ed esprimerlo ci farà sentire meglio.

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Qualunque sia la bevanda calda che decidiate di gustarvi per godervi cio che vi circonda starà benissimo con questi biscottini al cioccolato bianco, friabili e croccanti. Le dosi che vi lascio sono per una buona quantità di frollini,  si conserveranno per giorni in un buon contenitore. Solitamente per golosità, ricopro di cioccolato bianco solo una parte di biscotti perchè tendono a diventare un pò troppo dolci ma decisamente irresistibili. Valutate voi!

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Leggere un libro e immergersi nella storia vivendo le sensazioni dei personaggi è un altro modo per dimenticare la realtà per un momento.
Non c’è niente di più rilassante che mettersi sul divano e bere qualcosa di caldo con un buon libro, da leggere o solo da sfogliare. Sicuramente c’è un momento della giornata che ci sarà permesso ritagliarci anche solo mezz’ora per isolarci, per me è sempre a sera tardi quando tutti dormono, nel silenzio e con la luce bassa di una lampada da terra, la tisana alla liquerizia e menta mi sembra ancora più buona.

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Il Mont Blanc è in assoluto il mio dolce preferito per i due principali ingredienti; le meringhe e i marroni lessati. Ne esistono tante varianti e a me piacciono tutte, è un dolce che sembra facile ma non lo è. Intanto c’è la meringa che da fare nel forno di casa non è semplice per via dei tempi di cottura, per il tipo di forno e per come si montano le chiare d’uovo, poi ci sono i marroni da lessare, sbucciare e passare a purea. Riguardo a certe preparazioni come appunto la meringa o i macarons mi sono arresa dopo aver buttato decine di uova montate e cotte male, dopo essere stata mortificata da infornate non riuscite, ho capito che certe cose le devono fare i pasticceri.
Leggendo tutte le varianti di questo dolce, ho messo a punto la mia versione del Mont Blanc, semplice e buona, non ti vorrà tanto tempo per preparare questo golosissimo dessert d’inverno.

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Nel libro “Il giardino di Virginia Woolf” scritto dalla nipote, è riportato un estratto dal diario del marito di Virginia, Leonard, in cui esprime il suo parere sulla casa in cui uno vive: “.. quel che influisce in maniera più profonda e permanente su una persona e sul suo modo di vivere è la casa in cui abita. La casa determina giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, la qualità, il colore, l’atmosfera, il ritmo della sua vita; è la cornice di ciò che una persona fa, di ciò che può fare, e dei suoi rapporti con gli altri.”
Mi piace molto questo pensiero e lo condivido in pieno, credo che quando si sia compresa qual’ è l’essenza del proprio vivere, si sarà colto il senso del proprio prendersi cura ed allora come dice Battiato nella canzone ” La cura”,  “.. io sì, che avrò cura di te”.
Prendersi cura non è mai una cosa facile, significa capire una persona fino in fondo, capire i suoi sentimenti e i suoi sogni.

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Vellutata di cavolfiore, mela e limone con sfogline al Parmiggiano Reggiano

Per la vellutata, per 6 persone.
700 gr di cavolfiore pulito
Una mela renetta
Scorza di un limone non trattato
Un porro di piccole dimensioni
1/2 lt di brodo vegetale
Una noce di burro
50 ml di panna liquida

Per le sfogline:
125 ml di acqua
125 ml di latte
100 gr di burro
170 gr di farina 0
Un cucchiaino di zucchero
Un cucchiaino di sale
50 gr di Parmigiano Reggiano
4 uova
Spezie o semi a piacere: curcuma o curry, origano, sesamo, semi di papavero

Tagliare a rondelle la parte bianca di un porro, lavarle sotto l’acqua e iniziare a soffriggerle con la noce di burro, aggiungere la mela tagliata a cubetti e il cavolfiore anch’ esso ridotto a tocchetti non troppo grandi, salare. Continuare a rosolare gli ingredienti, se occorre aggiungere acqua e lasciare sul fuoco finché non si sarà ben rosolato il tutto. Aggiungere il brodo, se occorre allungare il brodo con dell’acqua fino a coprire tutto il composto. Portare a bollore e cuocere bene le verdure. Potrete sostituire l’acqua con solo brodo. Frullare finemente.
Al momento di servire, prima di scaldarla, aggiungere la panna e portare un pò a bollore.
Per le sfogline.
Accendere il forno a 180 gradi.
In una casseruola unire insieme: il latte, l’acqua e il burro, il sale e lo zucchero. Mettere la pentola sul fuoco a fiamma viva per sciogliere il burro mescolando. Abbassare la fiamma e unire la farina mescolando energicamente fino a che tutto il composto acquista la consistenza di un purè e si stacca facilmente dalle parete del recipiente. Aggiungere a questo punto il parmigiano continuando a mescolare. Togliere dal fuoco e fare raffreddare poi aggiungere le uova amalgamandole al composto una alla volta.
Mettere l’impasto in una sacca da pasticcere (io utilizzo le usa e getta) con una apertura della bocca di circa mezzo cm, crea le sfogline direttamente sulla carta da forno riposta sulla teglia del forno. Dovranno avere un diametro di circa 2 cm, per togliere la puntina centrale lasciata dalla tasca, bagnarsi la punta del dito e abbassare, premendo, la superficie della sfoglina. Cospargere la superficie delle sfogline con spezie o semi  a piacere.

Gnocchi di cavolo nero con fonduta di squacquerone

Per 4 persone
Per i gnocchi:
550 gr di patate gialle
70 gr di cavolo nero già pulito
50 gr di farina
2 uova
Per la fonduta:
250 gr di formaggio morbido, tipo Squacquerone
200 ml di panna da cucina
4 cucchiai di pecorino o Parmigiano Reggiano
grattugiato

Pulire il cavolo nero togliendo le coste centrali dalle foglie e lessarle in acqua salata per circa 10 minuti, prima di scolarle togliere un mestolo di acqua e mettere da parte. Sminuzzarle in piccoli pezzetti. 
Lessare le patate lasciandole sode, pulirle e passarle nello schiacciapatate. Aggiungere il cavolo sminuzzato, la farina e le uova.
Mescolare fino a formare un impasto omogeneo. Creare delle palline di dimensione e forma simile ad una oliva grossa.
Lessare i gnocchi in acqua salata. Nel frattempo sciogliere il formaggio morbido nella panna e nell’acqua di cottura del cavolo nero messa da parte, per ultimo aggiungere il Parmigiano Reggiano o il pecorino a fiamma bassa e mescolare energicamente in modo che si sciolga bene.
Scolare i gnocchi e saltarli in un grossa noce di burro. Riporre la fonduta nella fondina e riporvi sopra i gnocchi. Spolverare a piacere con il formaggio scelto grattugiato.

Biscotti al cioccolato bianco

125 gr di burro
125 gr di zucchero
2 tuorli
1 baccello di vaniglia
260 gr di farina 00
60 gr di cioccolato bianco sciolto
un pizzico di bicarbonato
2 cucchiai di latte

Lavorare con la frusta il burro con lo zucchero, aggiungere i tuorli e i semi del bacello di vaniglia. Aggiungere la farina, il cioccolato bianco precedentemente sciolto con il latte, il bicarbonato e impastare.
Dividere l’impasto in 4 palline dello stesso peso  e da esse creare 4 filoncini uguali. Avvolgere nella pellicola e fare indurire in frigorifero per almeno un ora. Una volta che i rotoli di impasto saranno sufficientemente duri da essere tagliati, ricavare dei dischetti con un coltello ben affilato. Passare i biscotti nello zucchero bianco e riporli sulla teglia del forno distanziati l’uno dall’altro almeno da 3 cm. Infornare a 160 gradi con forno ventilato per circa 20 minuti.
Se vorrete ricoprire alcuni biscotti, sciogliere altro cioccolato bianco e immergervi il biscotto tenuto con una pinza, fare sgocciolare e appoggiarlo sulla carta da forno. Prima che il cioccolato si solidifichi aggiungere un po’ di noccioline sminuzzate.

Mont Blanc

Per sei persone.
12 spumini comperi
250 ml di panna liquida da montare
Due cucchiai di zucchero a velo
Un bacello di vaniglia
150 gr di mascarpone
Un vasetto di crema di marroni da 300 gr
Un pizzico di cannella per ogni monoporzione

Mescolare la crema di marroni al mascarpone aggiungendo tanta panna liquida quanto  basta per dare al composto una consistenza morbida come quella di un gelato sul cono. Montare la restante panna con due cucchiai rasi di zucchero a velo vanigliato e tutti i semi del bacello di vaniglia.
Scegliere un contenitore monodose, andrà bene anche una tazzina di ceramica.
Schiacciare leggermente sul fondo uno spumino, aggiungere la panna montata fino a creare uno strato bel livellato. Creare un secondo strato con la crema di marroni , poi ancora un pò di panna e per finire uno spumino sbriciolato.
Al momento di servire rovesciare il dolcetto aiutandosi con un coltello sul piatto e aggiungere una pizzicata di cannella.

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Foto: Simona Xella

Dozza, 20 Gennaio 2016